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NotPetya: un attacco cyber o un atto di guerra?

A un anno di distanza dal più costoso attacco cyber di sempre, continua il dibattito: NotPetya è stato un atto di guerra? Secondo Marsh la risposta è negativa, dal momento che questa azione non attiva la clausola di esclusione rischio guerra nelle polizze cyber.

È passato un anno dall’attacco cyber più costoso di sempre: NotPetya ha gettato nel caos i sistemi informatici di numerose grandi aziende e causato danni per miliardi di dollari in mancate entrate, senza contare le spese necessarie per il ripristino dell’operatività.

Nonostante le dettagliate analisi portate avanti in questi mesi, restavano infatti diversi aspetti non ancora chiariti. Per esempio, in ambito assicurativo non era ancora stato stabilito con certezza se la clausola di esclusione rischio guerra, ampiamente utilizzata anche nelle polizze cyber, fosse applicabile o meno.

Secondo Marsh la risposta è negativa, dal momento che questa azione non attiva la clausola di esclusione rischio guerra nelle polizze cyber: il contributo illustra nel dettaglio le motivazioni, appoggiandosi anche su importanti precedenti legali.

NotPetya non era una “guerra” cyber

* Disponibile solo in lingua Inglese