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Standardizzazione nel settore degli impianti eolici offshore

La crescita dell'eolico offshore nel 2025 renderà necessaria la standardizzazione. Questo articolo ne esplora l'impatto su efficienza, assicurazione ed espansione globale.

L'eolico offshore ha inaugurato una nuova fase di crescita e inizia ad estendersi anche geograficamente. Nel 2025 sono infatti in programma aste in nuovi paesi come India, Canada e Grecia. Ne consegue una crescente spinta a favore di un’ulteriore standardizzazione che, come già dimostrato dal settore dell'industria automobilistica, può permettere aumenti di efficienza utili a supportare una crescita internazionale.

Il settore dell'eolico offshore mostra già un evidente percorso di uniformazione. I principali attori del settore sono organismi internazionali come la Commissione Elettrotecnica Internazionale, l’Institute of Electrical and Electronics Engineers (IEEE) e l'Organizzazione Internazionale per la Standardizzazione (ISO). Tuttavia, per rispondere efficacemente alle esigenze del mercato dell'eolico offshore in rapida espansione, queste organizzazioni hanno bisogno di supporto. Per esempio, le condizioni climatiche e naturali in Europa non sono così estreme come in altre parti del mondo, con la conseguente necessità di adeguare gli standard per affrontare uragani e terremoti. La crescente attività internazionale verso un’uniformazione stimola anche il coinvolgimento attivo degli enti di classificazione e di organismi privati, nella definizione di standard e linee guida a vantaggio del settore. Per esempio, DNV, la principale società di classificazione, ha stabilito il primo insieme integrato di norme per gli impianti eolici offshore galleggianti, che fornisce ai nuovi operatori e agli stakeholder già presenti, regole collaudate e processi uniformati.

L'Agenzia Internazionale per le Energie Rinnovabili (IRENA) ha pubblicato un documento sui vantaggi cui può portare una maggiore uniformazione, affermando che "la standardizzazione internazionale è cruciale per armonizzare i requisiti e consentire l'espansione globale della tecnologia eolica offshore". L’IRENA sottolinea che, nonostante i significativi progressi dell'eolico offshore, il settore deve continuare a ridurre i costi, facilitare l'integrazione con le reti elettriche onshore e accelerare l’espansione in nuovi mercati. L’IRENA afferma altresì l’importanza di un impegno continuo e rafforzato per tenere il passo con i progressi tecnologici, sostenere l'innovazione e garantire l'armonizzazione internazionale dei requisiti tecnici. Inoltre, l’IRENA ha identificato quelle aree di standardizzazione che richiedono ulteriori sviluppi, tra cui il l’operatività e la manutenzione, la fine del ciclo di vita degli impianti, i sistemi di controllo e il trasporto dei componenti delle turbine eoliche.

Parallelamente alla ricerca di piattaforme standardizzate per le turbine eoliche, i produttori OEM di turbine eoliche continuano a sviluppare impianti sempre più grandi e potenti. Recentemente è stato annunciato che l'OEM cinese Dongfang ha completato la produzione di un modello di turbina offshore da 26 MW.

Se da un lato le turbine eoliche più grandi offrono chiari vantaggi, come la capacità di catturare più vento e generare più elettricità, dall’altro presentano anche alcuni svantaggi. Il rilascio di nuovi modelli può compromettere gli sforzi per costruire una catena di approvvigionamento nazionale stabile, incluso gli investimenti nelle navi per il trasporto e l'installazione. E cosa succede se le dimensioni delle future turbine eoliche superano le dimensioni della nave? È stato anche sostenuto che creare sempre nuovi modelli di turbine eoliche, può impedire ai progettisti e agli OEM di sfruttare i benefici delle tecnologie esistenti, per esempio la piena efficienza dei processi di produzione e manutenzione.

Dal punto di vista assicurativo, c’è preferenza per i parchi eolici offshore che utilizzano tecnologie collaudate e una catena di approvvigionamento stabile, che in genere migliorano il profilo di rischio di un progetto e riducono la probabilità di un sinistro (e i conseguenti impatti). In questo senso, la standardizzazione e la capacità di misurare meglio la "qualità" del rischio sono generalmente viste con favore. Le iniziative di uniformazione proposte direttamente dal settore assicurativo si limitano a stabilire le “best practice” nelle formulazioni delle condizioni di copertura (come le esclusioni dei difetti a livello di settore raccomandate dal London Engineering Group) o lo scope of work del Marine Warranty Surveyor, come raccomandato dal Joint Natural Resources Committee. L’espansione del settore consente potenzialmente di supportare maggiormente la crescita internazionale. Le formulazioni standard delle polizze, i moduli di proposta e le opzioni di copertura (come succede nel settore dell’oil&gas) sono solo alcuni aspetti sui quali il settore assicurativo potrebbe allinearsi per promuovere un processo di collocamento assicurativo più efficiente, stabile e orientato alla crescita.

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Andrea Righetti

Andrea Righetti

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